Ciao!
Mi chiamo Giulia, sono un’ostetrica italiana, e da Settembre 2024 a Febbraio 2025 ho vissuto un’esperienza indimenticabile come volontaria presso il piccolo ospedale di Kalongo, nel nord dell’Uganda.
In questo angolo del mondo ho incontrato una realtà dura, segnata da povertà estrema, carenze strutturali e una sanità fragile, ma anche da una straordinaria forza umana e una comunità che, nonostante tutto, non smette di lottare.
Kalongo è in un paese dove il tasso di mortalità materna e neonatale è tra i più alti al mondo.
Durante il mio lavoro ho assistito a tragedie che, con i giusti strumenti, si sarebbero potute evitare.
Perché questa raccolta fondi?
Perché in troppe situazioni, manca l’essenziale.
Per garantire un’assistenza sicura a mamma e bambino durante il travaglio e il parto, servono strumenti fondamentali che oggi l’ospedale di Kalongo non ha.
Strumenti semplici, ma essenziali
Molte di queste tragedie si potrebbero prevenire con strumenti di base, semplici ma fondamentali, che in Italia sono presenti in ogni ospedale e considerati parte della normale assistenza
In particolare, vorrei acquistare e portare a Kalongo:
Cardiotocografi: macchinari che monitorano la salute del bambino in utero e lo stato delle contrazioni durante il travaglio;
Emogasanalizzatori: strumenti cruciali per valutare lo stato clinico di mamme e neonati nei momenti più delicati.
Ogni donazione, anche piccola, può fare una grande differenza: può salvare una vita.
L’intero ricavato sarà destinato all’acquisto e al trasporto dei macchinari, in collaborazione con il personale sanitario locale, per garantire un utilizzo corretto e sostenibile.